domenica 21 marzo 2010
tempeste solari
Tra circa tre anni la Terra potrebbe essere investita da una tempesta solare potentissima, in grado di distruggere le reti elettriche e di riportare il mondo, almeno per una ventina d’anni, all’età del Medio Evo. Secondo quanto riporta il settimanale britannico New Scientist, un rapporto finanziato dalla Nasa e pubblicato dalla National Academy of Sciences (Nas) americana a gennaio conclude che una tempesta solare potrebbe verificarsi a breve e avere gravi conseguenze per la società umana, totalmente dipendente dall’elettricità e dalla tecnologia. «Ci stiamo avvicinando sempre più ad un possibile disastro», ha dichiarato alla rivista britannica Daniel Baker, esperto di meteorologia spaziale dell’università del Colorado e presidente della commissione della Nas che ha redatto il rapporto. Secondo gli scienziati, in un anno di intensa attività del Sole, come si prevede potrà essere il 2012, potrebbero avvenire violente esplosioni della corona solare e la Terra potrebbe essere investita da un’ondata particolarmente violenta di vento solare. A contatto con la magnetosfera terrestre, il vento solare potrebbe causare una perturbazione geomagnetica tale, secondo l’esperto, da far saltare le linee elettriche.
L’ultima volta che si era verificata una tempesta solare particolarmente violenta, nel 1859, una gigante aurora boreale aveva investito la Terra fino ai Tropici. In California, un gruppo di minatori si era svegliato pensando fosse giorno ed invece erano le due del mattino. Ma il mondo non era ancora così industrializzato e dipendente dalla tecnologia e, a parte alcuni danni alle linee del telegrafo, le conseguenze di quella tempesta, chiamata perturbazione di Carrington, non erano state particolarmente gravi. Oggi invece le cose andrebbero in maniera molto diversa. Secondo il rapporto della Nas telefoni cellulari e internet potrebbero avere problemi di collegamento, così come la radio e potrebbero esserci problemi di approvvigionamento elettrico e di acqua. Senza elettricità le pompe di benzina non funzionerebbero così come le centrali nucleari e a carbone, e l’intero pianeta potrebbe trovarsi senza energia. Gli esperti hanno calcolato che per far ripartire il sistema sarebbero necessari almeno una ventina d’anni.
Lacerazioni nella magnetosfera: fenomeno naturale o, almeno in parte, artificiale?
by Edoardo Capuano @ 19.04.2009 03:00 CEST
Il 6 luglio 2008 pubblicammo l’articolo intitolato Progetto Starfish: il giorno in cui il cielo si incendiò. A distanza di circa sei mesi, apprendiamo che la magnetosfera terrestre, stando a studi condotti dalla N.A.S.A., sarebbe deteriorata ed in maniera piuttosto grave. Ora, pur senza escludere che si tratti di un fenomeno naturale (l’indebolimento del campo magnetico è dimostrato e data dal I sec. d.C), ricordiamo che, sin dagli anni ‘50 del XX secolo, vengono compiute sperimentazioni che hanno danneggiato la coltre magnetica del nostro pianeta. Oggi varie tecnologie militari molto avanzate consentono di manipolare la magnetosfera sicché non sorprende se, attraverso alcuni strappi, sono penetrate potenti emissioni di origine sconosciuta. Nei giorni 25 e 26 gennaio, infatti, per più di venti ore la magnetosfera è stata oggetto di blasts potentissimi di matrice ignota: il Sole è calmo in questo periodo e non è quindi una manifestazione collegata all’attività dell’astro.
Forse questi fenomeni sono gli effetti collaterali di folli progetti bellici legati anche allo Scudo spaziale, forse sono, invece, il risultato scientemente voluto di azioni perpetrate dai mentecatti del complesso industriale e militare. En passant, ricordiamo che molti recenti disastri erano innaturali e che il magnetismo terrestre è fondamentale per quella che il console Alberto Perego definì, negli anni ‘50, “aviazione elettromagnetica”. Dunque assistiamo alle conseguenze di una guerra spaziale invisibile? Ci attende un black out artificiale dei sistemi di telecomunicazione, per un anno considerato simbolico dalla sinarchia?
Proponiamo uno studio tratto da AG sul tema.
I cinque satelliti THEMIS della N.A.S.A. hanno scoperto un buco nel campo magnetico terrestre dieci volte più grande di qualsiasi cosa in precedenza si pensava esistesse. Il vento solare può fluire attraverso questa apertura per “caricare” la magnetosfera per potenti tempeste geomagnetiche. Ma il buco non è di per sé la più grande sorpresa. I ricercatori sono ancora più stupiti dallo strano ed inaspettato modo in cui si è formato, ribaltando le idee a lungo sostenute dalla fisica spaziale.
“In un primo momento non potevo crederci”, afferma lo scienziato del progetto THEMIS David Sibeck del Goddard Space Flight Center. “Questa constatazione altera sostanzialmente la nostra comprensione dell’interazione tra vento solare e magnetosfera.
La magnetosfera è una bolla di magnetismo che circonda la Terra e ci protegge dal vento solare. Esplorare la bolla è un obiettivo chiave della missione THEMIS, lanciata nel febbraio 2007. La grande scoperta è avvenuta il 3 giugno 2007, quando le cinque sonde sono passate attraverso la frattura, appena si è aperta. I sensori a bordo hanno registrato un torrente di particelle di vento solare che fluiva nella magnetosfera, segnalando un evento di inaspettate dimensioni ed importanza.
“Il buco è enorme — quattro volte più grande della Terra stessa,” spiega Wenhui Li, un fisico spaziale presso l’Università del New Hampshire che ha analizzato i dati. Il collega di Li Jimmy Raeder, anch’egli del New Hampshire, afferma “1027 particelle al secondo sono fluite nella magnetosfera: ciò corrisponde ad un 1 seguito da 27 zeri. Questo tipo di afflusso è di un ordine di grandezza superiore a quello che pensavamo fosse possibile.”
L’evento è cominciato con un piccolo avvertimento, quando una dolce raffica di vento solare ha emesso un fascio di campi magnetici dal Sole alla Terra. Come una piovra che avvolge i suoi tentacoli intorno ad una grande vongola, i campi magnetici solari hanno avvolto la magnetosfera e l’hanno aperta, rompendola. Il buco si è creato per mezzo di un processo chiamato “riconnessione magnetica.” Dai poli della Terra, i campi magnetici solari e terrestri si sono collegati (riconnessi) per formare canali per il vento solare. I canali sopra l’Artico e l’Antartico rapidamente si sono estesi; in pochi minuti si sono sovrapposti sull’equatore terrestre per creare il più grande buco magnetico mai registrato da un satellite che orbita intorno alla Terra.
La dimensione del buco ha colto di sorpresa i ricercatori. “Abbiamo visto cose come questa in precedenza,” afferma Raeder, “ma mai su così vasta scala. Per tutto il giorno il bordo della magnetosfera è rimasto aperto al vento solare.”
Le circostanze sono state ancora più sorprendenti. I fisici spaziali hanno creduto a lungo che i fori nella magnetosfera si aprissero solo in risposta ai campi magnetici solari che puntano a sud. Il grande buco del giugno 2007, tuttavia, si è aperto in risposta ad un campo magnetico solare che puntava a nord.
“Ad un profano questo fatto può sembrare un cavillo, ma per un fisico spaziale è quasi un evento sismico,” spiega Sibeck. “Quando lo dico ai miei colleghi, la maggior parte reagisce con scetticismo, come se stessi cercando di convincerli che il sole sorge ad ovest.”
Ecco il motivo per cui non possono credere alle loro orecchie. Il vento solare preme contro la magnetosfera terrestre all’altezza dell’equatore dove il campo magnetico del nostro pianeta punta a nord. Supponiamo che un fascio di magnetismo solare arrivi e che punti anch’esso a nord. I due campi dovrebbero rinforzarsi a vicenda, corroborando le difese magnetiche della Terra e chiudendo la porta al vento solare. Nel linguaggio della fisica spaziale, un campo magnetico solare che punta a nord è chiamato un “IMF settentrionale” ed è sinonimo di protezione!
“Così si può immaginare la nostra sorpresa quando un IMF settentrionale arriva ed invece entra,” afferma Sibeck. “Questo capovolge completamente la nostra comprensione delle cose.”
Gli I.M.F. settentrionali non innescano in realtà tempeste geomagnetiche, nota Raeder, ma preparano il terreno per le tempeste, caricando la magnetosfera con il plasma. Una magnetosfera carica è pronta per le aurore, per le interruzioni di energia ed altri disturbi che possono aver luogo quando una C.M.E. (espulsione di massa coronale) la colpisce.
Gli anni a venire potrebbero essere particolarmente vivaci. Raeder spiega: “Stiamo entrando nel ciclo solare 24. Per ragioni non del tutto comprese, le C.M.E. nei cicli solari a numeri pari (come 24) tendono a colpire la Terra con un bordo d’entrata magnetizzato a nord. Tale C.M.E. dovrebbe aprire un varco e caricare la magnetosfera con il plasma poco prima che la tempesta abbia inizio. E’ la sequenza perfetta per un evento davvero grande.”
Sibeck concorda. “Questo fatto potrebbe portare alle più forti tempeste geomagnetiche che abbiamo mai visto in molti anni.”
Autore: Dr. Tony Phillips – Credit: Science@ N.A.S.A.
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FISICA : IL SOLE IN TEMPESTA. ALLARME DELLA NASA .
Di redazione (del 01/04/2009 @ 12:00:22, in Scienze e Società, linkato 221 volte)
Nel 2012 una tempesta solare potrebbe distruggere le grandi reti elettriche dei paesi tecnologicamente avanzati come gli Stati Uniti o l’Europa. È la previsione della Nasa. Ogni undici anni circa l’attività solare compie un ciclo che culmina con una tempesta solare più o meno violenta: un’emissione di milioni di particelle cariche che danneggiano i satelliti e possono influenzare il campo magnetico terrestre.
Nel 1859 una tempesta, conosciuta come “evento di Carrington”, distrusse le reti del telegrafo di tutto il mondo. Oggi a essere colpite sarebbero le reti elettriche da cui dipendono luce, gas, acqua, trasporti, comunicazioni, riscaldamento e conservazione del cibo.
Per riparare anche solo in parte i danni devastanti causati dalla tempesta ci vorrebbero molti anni. Con un preavviso adeguato potrebbero essere prese alcune precauzioni, ma al momento non c’è un buon sistema di allarme.
L’unico è l’Advance composition explorer, un satellite lanciato nel 1997 che controlla la superficie solare: può dare un preavviso di 15-45 minuti, forse insufficiente.
IMPORTANTE:QUEST'ARTICOLO L'HO COPIATO DA UN ALTRO ARTICOLO.è STATO FATTO L'ANNO SCORSO QUINDI DICE CHE QUESTE COSE ACCADRANNO FRA CIRCA 3 ANNI MA IN REALTA SONO 2 ANNI.DOVETE TOGLIERE UN ANNO ALLE DATE FUTURE ALLE DATE PASSATE LASCIATELE COSE.SCUSATE PER QUESTO DISAGGIO.
gabriele carletti
lo staff csmu clima
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